Un territorio non è solo un elemento geografico: contiene, oltre a quanto visibile agli occhi, fattori che lo rendono unico e inconfondibile; accoglie storie, persone, ricordi a volte dimenticati, a volte più conosciuti.
In occasione dei 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, sono ancora vivi fra di noi segni della sua presenza, in alcuni casi, noti; in altri, caduti nell’oblio, solo flebili echi.
La mostra propone un itinerario percorribile fisicamente o idealmente, creato seguendo un filo cronologico.
Castellazzo de’ Barzi, dove Manzoni adolescente frequentò il Collegio Longone, mentre a Milano tramontava la Repubblica Cisalpina.
Castano Primo, con la casa di via Sant’Antonio e la Cascina Cornarina, proprietà di Giulia Beccaria, madre di Alessandro; la casa di Enrico Acerbi, amico e medico personale di Manzoni; la residenza di Bernardino Visconti, l’Innominato del romanzo I promessi sposi.
Arconate, luogo di soggiorno dei marchesi Giuseppe e Costanza Arconati, amici e parenti dei Manzoni.
Arluno, residenza del teologo Alessandro Pestalozza, dove nel 1854 Manzoni fece visita all’amico.
Luoghi del nostro territorio nei quali ancora si respira lo spirito di un secolo, l’Ottocento, così importante per la nostra identità nazionale, culturale e linguistica, a cui lo scrittore lombardo ha dato un contributo inestimabile. Otto luoghi sotto «quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace».
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