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La serata per il Parco del Ticino

Sala affollata il 24 maggio 2024 per l’evento Il Parco del Ticino. Passato, presente e futuro organizzato presso la Scala di Giacobbe di Castelletto di Cuggiono dal Centro studi territoriali Athene Noctua in collaborazione con l’Ecoistituto della Valle del Ticino e il Centro Studi politico/sociali John F. e Robert F. Kennedy. Merito del documentario naturalistico “Il gran teatro dell’acqua. Il viaggio del Ticino dal Lago Maggiore al Po” - cui la sala ha tributato alla fine un fragoroso applauso – oltre che della qualità dei relatori chiamati ad animare il dibattito. Fra i numerosi presenti in sala, oltre a rappresentanti delle amministrazioni locali, anche il vicepresidente del Fai, Maurizio Rivolta

Stefano Natoli ha passato il microfono al sindaco di Cuggiono, Gianni Cucchetti, che ha messo fra l’altro l’accento “sull’importanza della mobilitazione popolare che ha portato il 9 gennaio 1974 all’istituzione del primo parco regionale italiano”. Cristina Chiappa, l’attuale presidente del Parco, ha ricordato da parte sua i tanti eventi di celebrazione del 50esimo anniversario, sottolineando che "questo importante traguardo non è la festa dell’Ente ma delle persone che lo fanno, ci lavorano e lo vivono".
Dopo la visione del documentario - che fa emergere in modo plastico lo straordinario patrimonio storico, naturalistico e culturale rappresentato dal Parco del Ticino -  l’architetto Sandro Rossi, ideatore del progetto con Lucia Mainardi e Carlo Stagnoli, ha spiegato che lo scopo del lavoro era quello di “rappresentare l’unitarietà dei paesaggi del Ticino caratterizzati dall’alternanza di ambienti naturali e aree densamente popolate”. L’architetto ha poi voluto mettere in risalto l’importanza delle musiche composte da Roberto Nazari – “che accompagnano le immagini e ne raccontano la spettacolarità” – sottolineando allo stesso tempo la perizia di Stagnoli – già Direttore Fotografia della sede Rai di Milano – che ha montato il documentario in modo magistrale. “Un documentario – ha precisato lo stesso Stagnoli – che ha richiesto 12 ore di registrazioni effettuate da un elicottero della Rai dotato di Wescam, una telecamera girostabilizzata”. 
La parola è poi passata all’ex senatore Ambrogio Colombo, che da sindaco di Magenta è stato nella cabina di regia sin dai tempi della costituzione del Parco affiancando il primo presidente, l’on. Giovanni Andreoni, ricoprendo poi più volte la carica di vicepresidente e, nel 1983, quella di Presidente. Colombo ha ricordato com’era la situazione dell’area prima della nascita del Parco: “inquinamento, escavazioni massicce nell’alveo del fiume, riserve di caccia che impedivano la frequentazione dei boschi, disboscamenti, costruzioni di case che le piene, a volte, portavano via”. Normale, dunque, che “una delle prime decisioni prese una volta istituito il Parco, sia stato il divieto di escavazione per mettere in sicurezza il fiume”. L’ex senatore ha poi sottolineato che “lo scopo del Parco è stato sin da subito quello di tutelare i beni ambientali senza sacrificare le ragioni produttive del territorio che li circonda”.
Michele Bove, attuale responsabile del settore agricoltura del Parco, si è invece soffermato sui disastri provocati dagli eventi climatici e sulle disposizioni messe in atto per salvaguardare al meglio l’agroecosistema.
A chiudere gli interventi è stato Oreste Magni, presidente dell’Ecoistituto Valle del Ticino, che ha parlato del ricorso al Tar della Lombardia da parte del Coordinamento salviamo il Ticino “in opposizione alle decisioni di Regione e Governo sulla necessità di evitare l’espansione esterna di Cargo City, che potrebbe essere invece ricompresa nel sedime aeroportuale”.
In chiusura, Natoli ha letto un messaggio in cui lo storico guardiaparco Norino Canovi – che considera il Parco la sua seconda casa, per averci lavorato 30 anni – invita a non abbassare la guardia: “Le condizioni del Ticino sono certamente migliorate, ma dobbiamo restare vigili; ci sono, infatti, ancora tante cose da fare per difenderlo: difese spondali, attraversamenti stradali, coltivazioni a rischio erosioni, navigazione... Oggi come sempre, per difendere la Valle non abbiamo bisogno di slogan, ma di fatti concreti”.
Una serata, insomma, ricca di emozioni e spunti interessanti che ci invogliano a fare di più nella preservazione e nell’ulteriore valorizzazione dello straordinario patrimonio rappresentato dal parco del Ticino.

Sul canale YouTube di Roberto Nazari è visualizzabile il documentario nella versione a bassa definizione.